Lo Spazio
Opera situata all'ingresso N1
La pittura è tornata disegno, assecondando la mia condanna all’analisi e la necessità di ripulirne l’immagine. La tela si riduce ad un tessuto nero e la luce affoga per annullarlo. A solcare lo spazio, solo una traccia di pastelli ad olio, qui evanescente e sfumata, là decisa e chirurgica. Così, fiori multicolore e alberi secolari son cresciuti rapidamente, infuocando la city di vita, forme e colori ad un tempo terribili e sublimi. Milioni di perline colorate ingioiellano un tessuto nervoso e brulicante, in cui ogni luce è una vita, e ogni vita è una luce. Milioni di stelle artificiali, perciò umane, trasformano la città in un cielo trapuntato che, anche di notte, non fa un passo indietro. È un firmamento al contrario, sempre a rischio di essere mangiato dalla sua provvisoria costellazione.
Opera situata all'ingresso N1
La pittura è tornata disegno, assecondando la mia condanna all’analisi e la necessità di ripulirne l’immagine. La tela si riduce ad un tessuto nero e la luce affoga per annullarlo. A solcare lo spazio, solo una traccia di pastelli ad olio, qui evanescente e sfumata, là decisa e chirurgica. Così, fiori multicolore e alberi secolari son cresciuti rapidamente, infuocando la city di vita, forme e colori ad un tempo terribili e sublimi. Milioni di perline colorate ingioiellano un tessuto nervoso e brulicante, in cui ogni luce è una vita, e ogni vita è una luce. Milioni di stelle artificiali, perciò umane, trasformano la città in un cielo trapuntato che, anche di notte, non fa un passo indietro. È un firmamento al contrario, sempre a rischio di essere mangiato dalla sua provvisoria costellazione.
Opera situata all'ingresso N2
Si tratta di una riproduzione dell’aliante di Leonardo. Il disegno del progetto, presente sul foglio 846v del Codice Atlantico appartenente conservato alla Biblioteca Ambrosiana, è uno dei più completi in questo campo: due ali, le cui estremità possono essere flesse dal pilota per controllare la planata, sono fissate ad una gondola centrale.
Opera situata all'ingresso N3
Vi è un contrassegno che mi colpisce - dice Salvatore Veca - nell’osservazione, nella meditazione e nell’indagine sull’opera di Pignatelli: è il contrassegno di una essenziale libertà dell’artista, che coincide con la fedeltà a se stesso, e con la sua soglia di verità. In questo senso preciso, l’opera di Ercole Pignatelli è il promemoria di una passione vorace, funambolica e acrobatica, per le forme e le loro metamorfosi, nel tempo della memoria, che è il tempo dell’attesa.
Opera situata all'ingresso N3
L'opera prende vita dal tentativo di ricreare un'immagine, una città, grazie alla frammentazione e ricomposizione dei dati pittorici impressi sulle tele. La progettualità di fondo diventa creativa e di conseguenza imprevedibile e autonoma. L'immagine della città si sviluppa verticalmente prendendo vita dal magma rosso e giallo fuoco; passando attraverso la falda azzurra arriva agli strati geologici della terra, per affiorare poi in superficie e trasformarsi in grigi blocchi di cemento.
Opera situata all'ingresso N4
In quest’opera è evidente l’influenza dello stile di Marino Marini che, insieme ad Arturo Martini e a Giovanni Paganin, era uno degli scultori del Novecento che Fiume più apprezzava. Il soggetto del Cavallo e Cavaliere è presente nei suoi cicli di dipinti noti come Città di Statue e Isole di Statue e nei disegni. L’unicità di questa scultura sta nel fatto che è realizzata in rete ricoperta di stucco. Le sue forme essenziali e le dimensioni importanti ne fanno un’opera molto particolare.
Il dipinto Vertical loft è stato realizzato da Laura Fiume nel suo studio e in seguito posto sulla colonna. Raffigura un loft su quattro livelli collegati da scale, viste di profilo, in un moto spiraliforme. Nel dipinto sono riconoscibili alcuni famosi elementi del design contemporaneo reinterpretati dall’artista.
Opera situata all'ingresso NP
Il film “2001 Odissea nello Spazio” si apre con il capitolo “The dawning of man”, dove un misterioso monolito compare sulla terra tra una tribù di primitivi ominidi, dando il via alla evoluzione dell’essere umano. Per sua volontà, il regista Kubrick non ha mai voluto spiegare cosa rappresentasse esattamente quel monolito nero, lasciando la possibilità dell’interpretazione. A distanza di anni è curioso notare come oggi l’oggetto più diffuso e desiderato, unosmartphone di ultima generazione, sia del tutto simile per forma e per colori al misterioso oggetto del film. Le interpretazioni dell’opera saranno di conseguenza libere per ogni spettatore. L’opera è realizzata ad acrilico e pennarello su tela.
Opera situata all'ingresso NP
Non esiste una separazione fra terra e cielo. In architettura la colonna è un ponte per collegare due dimensioni che in realtà sono già tutt’uno. Questo ponte è quindi un simbolo materiale di continuità. Gli uomini che vivono sulla colonna di Troilo non appoggiano i piedi sulla terra e non sorreggono il cielo con le mani; vengono dalla terra e vanno verso il cielo come se fossero fusi a questi elementi in un momento fermato nel tempo. I sostegni sui quali poggiano gli uomini, gli oggetti e i pensieri sono sostenuti da altri uomini, oggetti e pensieri, in un ciclo infinito e per questo vivo.
Opera situata all'ingresso NP
Opera situata all'ingresso NP
L’opera rappresenta un nodo marinaro realizzato in vetro resina laccata blu, utilizzando moduli che si rifanno al famoso gioco Lego. L’artista toglie al modulo costruttivo le sue proprietà fisiche immutabili, superandone i limiti; nelle sue mani il mattone da costruzione è plasmato, contorto, spezzato, annodato e subisce quelle trasformazioni che si potevano solo immaginare con un normale Lego. Il Lego così emancipato diviene per l’artista il campo di sperimentazione del proprio io e trasmette allo spettatore la sua personale visione delle cose. I famosi mattoni da costruzione sono snaturati, privati della capacità di espletare la funzione per cui sono creati. Da giochi per bambini diventano giochi per adulti, sculture, opere d’arte nelle quali riconoscere parte della nostra infanzia, del nostro (L’)Ego.
Opera situata all'ingresso NP
Dario Goldaniga ha individuato nel bronzo il suo materiale d’elezione; dopo anni di ricerca e creazione con la tecnica della fusione a cera persa, il suo sguardo è stato attratto dal quel momento cruciale in cui il metallo incandescente ricolma lo stampo e zampilla fuori. Il bronzo in eccesso raffredda e solidifica rapidamente in pezzi, spesso grezzi, scuri e contorti, dalle forme e dimensioni più svariate. L’artista scava tra gli scarti bronzei raccolti, ognuno unico ed irripetibile, scegliendo quelli precisi che servono a comporre la sua opera e li assembla saldandoli insieme. Avviene così una vera e propria resurrezione della materia: lo scarto escluso dal processo di fusione di un’altra opera, ha una seconda possibilità e può finalmente sublimare in arte. Le sue sculture spaziano dalle figure di planisferi, mappe, astri, animali e mappamondi, tutte immagini appartenenti al mondo naturale.
Opera situata all'ingresso NP
Il lavoro è stato effettuato attraverso un semplicissimo gesto. Uno spruzzo di esperienza di vita che cola e si lascia andare al suo percorso, al suo disegno, intrecciando altre esperienze.